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Ortaggi

Insalata d’inverno: le varietà che crescono anche con poco sole

Insalata d’inverno, varietà resistenti e orto senza sole: ecco le scelte per non restare mai senza foglie fresche anche in pieno gennaio. Bastano pochi accorgimenti e qualche dettaglio in più del solito.

Insalata d’inverno: le varietà che crescono anche con poco sole
Insalata d’inverno: le varietà che crescono anche con poco sole

C’è un piacere tutto particolare nel cogliere l’insalata direttamente dall’orto, soprattutto nei mesi freddi. Il sapore è più vivo, quasi come se il freddo l’avesse reso ancora più croccante. Chi coltiva insalate d’inverno, magari dopo una brinata notturna, lo sa: c’è sempre quel velo sottile di ghiaccio sulle foglie, che poi sparisce appena la luce entra tra le file. Una scena quotidiana che ha qualcosa di magico, anche se in fondo si tratta di piccoli gesti ripetuti ogni giorno. In più, sapere che quelle foglie non hanno visto nemmeno l’ombra di un pesticida, cambia tutto.

Non sempre l’inverno è gentile. Dalle parti di chi sta a nord, le gelate arrivano puntuali tra novembre e febbraio, mentre a sud e al centro l’aria resta più mite. Si pensa spesso che l’insalata abbia bisogno di luce piena per crescere, invece alcune varietà se la cavano bene anche dove il sole arriva a fatica. La chiave sta nella scelta giusta e in qualche trucco semplice: si può prolungare la raccolta anche nei mesi meno generosi.

Insalata d’inverno, varietà che resistono (anche con poco sole)

Chi ha provato almeno una volta a seminare lattughino da taglio lo sa: sono piante coriacee, capaci di sopportare il freddo meglio di molte altre insalate. Il segreto è tutto nella forma. Le foglie sottili non trattengono acqua come il cespo, così anche se arriva una gelata, spesso basta una mattinata tiepida perché la pianta si riprenda.

Le lattughe da taglio sono la scelta più semplice, soprattutto dove il sole scarseggia in inverno. Meglio ancora se si scelgono miscugli da taglio, con foglie di tanti tipi e colori: il colpo d’occhio riempie subito anche un balcone un po’ spento. Una cosa che spesso si dimentica: la crescita rallenta se le giornate sono corte, ma non si ferma mai del tutto. L’importante è non pretendere troppo e raccogliere senza strappare via tutto.

Poi c’è la valerianella. Pianta piccola, tenace, che regge temperature basse e cresce anche dove il terreno resta umido e la luce arriva a sprazzi. A differenza di altre insalate, la valerianella non teme il freddo, almeno nei climi non troppo rigidi. Qui una coperta di tessuto non tessuto può bastare. Il risultato? Foglie verdi, piccole, sempre pronte.

Infine si possono provare cicorie, indivie, insalata Milano, radicchio, rucola e alcune lattughe da cespo. Sono varietà che all’apparenza sembrano fragili, ma con qualche accortezza superano l’inverno, magari sotto un piccolo tunnel freddo oppure con la classica pacciamatura che tiene il terreno un po’ più caldo. Nulla di complicato, basta improvvisare con quello che si ha.

Proteggere l’insalata dal gelo: piccoli gesti quotidiani

Le mattine d’inverno iniziano sempre con una domanda: sarà gelata l’insalata oggi? Non serve essere esperti per capire quanto il freddo possa bloccare la crescita. Il trucco sta nel proteggere le radici più che le foglie.

Un metodo semplice? La pacciamatura. Foglie secche, paglia, perfino carta di giornale (quella non stampata a colori). Si copre il terreno tra una fila e l’altra: il freddo fa meno paura e, al mattino, basta togliere il grosso perché le piante respirino. Un gesto rapido, quasi automatico.

Per chi ha tempo (e voglia) ci sono anche i teli di tessuto non tessuto. Si mettono la sera, si tolgono al mattino. Un po’ laborioso, ma efficace soprattutto nelle notti più rigide. Ogni tanto, può capitare che la brina sia più ostinata, allora si lascia coperto anche durante il giorno. Poco male, meglio qualche ora senza luce che una pianta bruciata dal gelo.

Chi invece non vuole complicarsi la vita, può improvvisare un piccolo tunnel freddo. Bastano dei teli trasparenti e qualche tubo di plastica da cantiere. Non è proprio una serra, ma il calore del sole si accumula quel tanto che basta per cambiare le sorti di un raccolto. Un dettaglio: conviene arieggiare nelle ore centrali, per evitare troppa umidità.

Semina scalare e raccolta continua, anche d’inverno

La regola, in fondo, è questa: non seminare tutto insieme. L’insalata, più di altre verdure, si gusta appena colta. Basta una semina ogni quindici giorni, magari alternando varietà a crescita veloce e altre più lente. In questo modo, anche tra dicembre e gennaio, si riesce a raccogliere qualche foglia fresca senza restare mai a mani vuote.

Nei mesi più duri, tra fine dicembre e febbraio, si può rallentare la semina e puntare tutto sulle varietà resistenti. Se poi arriva una settimana di sole, una spinta improvvisa riporta tutto in pari. Ogni orto ha i suoi ritmi, in casa si impara presto.

A volte, basta uno sguardo dalla finestra, una sera qualsiasi di gennaio. Le insalate stanno lì, sotto la loro coperta di paglia, ferme e silenziose. Poi basta un po’ di luce e tutto riprende. In fondo, è questione di pazienza e piccoli riti: raccogliere una foglia a fine inverno vale come un piccolo premio. Che cambia l’umore di una giornata intera.