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Piante e fiori

Piante che non sopportano il termosifone: come aiutarle a superare l’inverno fino a marzo

Molte piante da interno, come la felce, il ciclamino o la calathea, soffrono davanti ai termosifoni accesi, soprattutto nelle stanze dove il calore secco sembra non dare tregua. I termosifoni in inverno possono diventare una sfida concreta per chi tiene alle proprie piante e vorrebbe vederle stare bene anche tra dicembre e marzo.

Piante che non sopportano il termosifone: come aiutarle a superare l’inverno fino a marzo
Piante che non sopportano il termosifone: come aiutarle a superare l’inverno fino a marzo

Quando arriva l’inverno, le abitudini di casa cambiano e le piante se ne accorgono subito. Chi ha il termosifone sa che l’aria diventa più secca, le foglie delle piante iniziano a perdere la loro vivacità. A volte si arricciano ai bordi, altre sembrano meno lucide o, peggio ancora, compaiono macchie marroni che prima non c’erano. La scena tipica: una felce che sembrava rigogliosa fino a novembre, a metà gennaio appare stanca, come se avesse sete anche subito dopo l’annaffiatura.

Spesso si pensa che le piante in casa siano protette dal freddo, e in effetti non gelano, però pagano il prezzo di una temperatura costante che non è mai davvero “naturale”. Ci sono piante che resistono meglio e altre che soffrono più di altre. Di solito quelle con foglia fine, o abituate a un clima umido, sono le prime a mostrare segni di disagio. Succede ogni inverno: si passa più tempo chiusi in casa, e le piante diventano una presenza familiare, ma allo stesso tempo più fragile. Basta osservare per qualche giorno, e le differenze saltano fuori. C’è chi corre ai ripari spostando i vasi o usando piccoli trucchi per salvare il verde di casa. Ma quali sono i segnali veri e come si può davvero aiutare le piante a superare la stagione del termosifone?

Le piante più sensibili al termosifone (e qualche segnale da non ignorare)

Alcune piante d’appartamento sono particolarmente vulnerabili al calore secco dei termosifoni. Tra le più comuni ci sono la felce di Boston, la calathea, il ciclamino, il ficus benjamina e l’anthurium. Tutte queste amano un ambiente più umido e soffrono se l’aria si asciuga troppo.

Di solito il segnale più evidente è la secchezza delle punte delle foglie, a volte seguita da un ingiallimento generale. Altre volte la pianta lascia cadere foglie in modo improvviso, quasi senza avvisare. Il ciclamino, ad esempio, abbassa le foglie e sembra cedere di colpo. Il ficus lascia cadere le foglie una ad una (lo fa anche per altri motivi, certo, ma in inverno quasi sempre c’entra il riscaldamento). Piccoli dettagli che fanno la differenza: spesso, accanto al termosifone, si trova anche della polvere in più sulle foglie, come se il calore attirasse la polvere stessa.

Se si guarda bene, si notano differenze anche tra le piante dello stesso tipo: una felce in una stanza più fredda resta verde, l’altra vicino al calorifero si secca agli apici. C’è poi chi si accorge solo a febbraio che la calathea non si apre più la sera, e allora nasce il dubbio.

Una piccola osservazione: spesso si tende a spostare le piante lontano dal calorifero solo quando il danno è già fatto. A volte basta poco per prevenirlo.

Strategie quotidiane: come aiutare davvero le piante in inverno

Il gesto più semplice è spostare i vasi, anche solo di mezzo metro, lontano dalla fonte di calore. Una volta trovato il posto giusto, può bastare per vedere le foglie tornare elastiche nel giro di qualche giorno. Non sempre però si può scegliere: ci sono stanze in cui il termosifone occupa tutto lo spazio utile, o ci sono mobili che complicano le cose.

In questi casi, si può puntare sull’umidità: basta una ciotola d’acqua sopra il termosifone, che evapora lentamente e rende l’aria meno secca. Alcuni usano anche gli umidificatori (ne basta uno piccolo, magari acceso solo la sera), oppure semplici spruzzate d’acqua sulle foglie, ogni tanto, con uno spruzzino. La differenza si vede dopo pochi giorni, soprattutto su felci e calathee. Un dettaglio utile: se le foglie sono impolverate, meglio passarci prima un panno umido, altrimenti la spruzzata non serve.

Poi c’è il capitolo delle annaffiature. In inverno, le piante bevono meno ma non significa che il terreno debba diventare secco come la sabbia. Controllare con il dito, ogni tanto, basta per capire se serve un po’ d’acqua o se si può aspettare. Attenzione però a non esagerare: il rischio, specie per ciclamini e piante bulbose, è quello di far marcire le radici.

Un piccolo trucco che uso spesso è girare i vasi ogni settimana: le piante così prendono luce su tutti i lati e tendono meno verso il termosifone. Magari non funziona sempre, ma per qualche ficus, funziona.

L’atmosfera della casa cambia, e le piante rispondono

A volte non ci si pensa, ma l’inverno porta anche più movimento in casa. Si chiudono le finestre più spesso, si arieggia meno, il sole arriva basso e per poco tempo. La luce diventa un bene prezioso, e le piante lo sentono.

Capita di vedere una pianta che sembrava stare bene a ottobre, diventare stanca e opaca già a gennaio. Forse ha preso troppa aria secca, forse poca luce. Spostarla vicino a una finestra (ma senza farle sentire il freddo del vetro) può aiutare. O anche solo cambiare stanza per qualche settimana, giusto il tempo di farle superare la stagione più complicata.

C’è chi usa tende leggere per filtrare la luce del mattino, chi lascia le porte socchiuse per favorire il passaggio d’aria, piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza. Ogni casa ha il suo clima e ogni pianta trova il suo posto, a modo suo.

Alla fine, guardare come le piante cambiano nei mesi freddi, è un piccolo rito che si ripete ogni anno. Ed è curioso come, tra febbraio e marzo, le prime gemme nuove annunciano che la stagione del termosifone sta per finire.

A volte basta questo pensiero per sentirsi già più vicini alla primavera, anche quando fuori fa ancora freddo.